giovedì 30 giugno 2011

NINA PALMIERI PRESENTA "RAGAZZE CHE AMANO RAGAZZE"


In linea con queste giornate tese di esami e maturità, ecco la pagella della presentazione organizzata da Circomassimo in collaborazione con Melbook:
GEOGRAFIA: 8. Ho apprezzato molto la decisione di organizzare la presentazione del libro sotto i portici della libreria, invece di usare la nuova sala ristrutturata al terzo piano. Ci saranno state più zanzare e umidità, ma è importante che argomenti ancora controversi come l'omosessualità possano affacciarsi direttamente sulla piazza in fermento, stimolare la curiosità dei passanti.
STORIA: 6, 5. Le storie raccontate da Nina Palmieri appartengono alle esperienze vissute attraverso la strutturazione del programma televisivo "Le storie di Nina" (appunto) dedicato all'esplorazione dell'universo lesbico. La tematica è sicuramente interessante, per questo merita una sufficienza abbondante, ma durante la serata non ho trovato grandi stimoli di riflessione. Sia l'autrice che la moderatrice hanno dimostrato disponibilità e spigliatezza, ma i punti toccati dalla discussione - fatta eccezione per l'approfondimento sul modello genitoriale trasmesso dalla famiglia omosessuale - sono stati abbastanza banali.
ITALIANO: 5. Le letture non mi hanno convinto per nulla. Di solito alle presentazioni si propongono i brani più intensi o accattivanti, ma spero vivamente che ieri sera la scelta degli estratti abbia giocato al ribasso (magari per sorprendere il temerario che si decide all'acquisto). Possibile che da una realtà così densa e complessa il meglio che si riesca a cavare è una vaga riflessione identitaria sull'opportunità di farsi crescere i peli sulle gambe?
TECNICA: 5. Gli amplificatori dei microfoni erano inutilmente posizionati vicini alle prime file del pubblico, chi era seduto un po'indietro non riusciva a capire granché.
CHIMICA: 7,5. Come conferma la statica dei fluidi: l'aperitivo offerto suscita sempre reazioni positive.
Dalla media dei voti risulta un 6 +. Serata non particolarmente entusiasmante, ma tutto sommato soddisfacente.

4 commenti:

  1. Mica lo sapevo che la Palmieri stava in Tv a far le sue cose, non guardando la Tv la mia ignoranza in fatto di sesso al di là dello schermo dilaga (due ragazzi passando accanto a Melbook e vedendola si son piantati all'istante dicendo: ma è quella del sesso!)
    Niente di entusiasmante ma l'aria era fresca, infatti poi c'è stato un bel temporale.
    La frase che m'ha allontanata dall'idea, che peraltro non avevo di acquistare il libro, è stata che la Nina esce con le sue amiche lesbiche. Non per il fatto che ci esca, o che siano amiche, ma che siano amiche lesbiche. Il binomio "amica lesbica" è molto strano. Come se io uscissi con i miei "amici muratori", o con le mie "amiche commesse" o con le mie "amiche etero". Come se essere lesbica fosse un mestiere. Magari qualcuna lo è per mestiere. Ma la frasetta inserita mi ha fatto pensare ad una normalizzazione delle etichette, più che ad una naturalezza dell'uscire e alla grande difficoltà di uscire dagli stereotipi.
    In fondo sono ragazze che amano ragazze, e l'amore è amore.
    E' possibile, linguisticamente, dire che si esce con una ragazza che ama un'altra ragazza?.. si parlerebbe alla Proust?.. lunghi discorsi per dire due parole?.. senz'altro non si perderebbe tempo con le etichette, a metterle e a toglierle, e il linguaggio, e le persone, si muoverebbero nell'immaginario dell'ascoltatore in maniera sempre differente.

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  2. si nota dai tuoi commenti che sei incline all'influenza dei fluidi (?) che statici non sono

    noti aperitivi offerti e casse audio?

    a ferrara questa inclinazione si descrive con l'oggettivo: cagacazzi

    ma, come diceva il perduto Lucrezio:
    accidere ex una scintilla incendia passim

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  3. Caro anonimo, recensisco eventi e gli eventi si compongono di contenuti, spazi, persone, talvolta anche di aperitivi, e se non funzionano le casse va tutto a quel paese. La buona riuscita di una serata dipende ovviamente dall'incastro di tante cose e non capisco il perché del tuo commento.
    Per quanto invece riguarda il commento di Terry May: quando la scrittrice ha raccontato dello stupore dei suoi conoscenti quando dice loro "stasera esco con la mia amica lesbica" mi sono sentita sbiancare. Ho amici gay e amiche lesbiche, ma non riuscirei nemmeno a immaginare di pronunciare una frase simile. Non si tratta di una questione di principio o autocensura, solamente penserei "esco con la mia amica Rosalba, Vittoria, Giulia" o "col mio amico Davide, Luca, Vincenzo". Sovrapporre con tanta naturalezza l'etichetta al nome proprio è veramente sintomatico, come scrivi tu, di una grande difficoltà ad evadere intimamente dallo stereotipo.

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  4. Caro anonimo - bis,
    Personalmente mi trovo a condividere in toto la recensione e lo spirito del bog, decisamente apertissimo a pareri discordi, quantomeno quando questi non si limitano a quattro righe per nulla argomentate con tanto di offesa personale e citazione latina senza soluzione di continuita'!

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