martedì 28 giugno 2011

LA SANCHICCIATA



La giraffa proclama ufficialmente alla comunità tutta che, dopo la serata di ieri al centro sociale La Resistenza, è proibito in quel di Ferrara qualsiasi commento svogliato, qualsiasi giustificazione alla propria pigrizia. Specificatamente le espressioni “non c'è mai niente da fare” e “qua non si riesce mai a fare niente” sono tassativamente bandite dal frasario comune. I ragazzi che seguono il centro infatti hanno saputo, in poco più di tre mesi, ripristinare alla cittadinanza uno spazio già avviato alla decadenza e sfruttarne al meglio le potenzialità, aprendosi onestamente alle idee, ai propositi, ai desideri delle persone. Rispetto ad altri tanti posti pretestuosamente “sociali”, la Resistenza riesce – unica a mio avviso – a favorire una relazione di reciprocità tra avventori e gestori, ad essere casa e giardino di tutti, a rendersi disponibile e permeabile alle collaborazioni e alle contaminazioni. I luoghi di ritrovo in città, tanto i locali privati quanto gli spazi associativi, vengono quasi sempre gestiti alla stregua di club esclusivi. Per quanti sforzi retorici facciano in direzione della condivisione (volantini accattivanti, feste aperte e inaugurazioni), frequentarli è come partecipare a una gara di resistenza. Sarò io il primo a stancarmi di essere costantemente accantonato, oggetto di grandi grandissimi sorrisi ma irrimediabilmente estraneo? O sarà invece il “circolino” a cedere infine alla mia caparbietà, costretto a posare su di me uno sguardo un pochino meno indifferente rispetto a quello che solitamente si riserva a un piccione che sgambetta per strada?
Io mi sono sempre arresa, non ho mai vinto nessuna di queste sfide. Non voglio con questo intendere che siano impossibili: conosco delle persone che in più di una occasione sono riuscite a scalzare piano piano tutte le resistenze degli adepti e ad integrarsi a loro, armati di pazienza sconfinata e un karma positivo granitico. Io appunto non ci sono mai riuscita, ma sarebbe più corretto ammettere che non ho mai nemmeno voluto riuscirci. La grammatica settaria del gruppo-chiuso-autoproclamatosi-apertissimo mi ha sempre avvilito molto. Mi ero quasi rassegnata alla sua inevitabilità, ma sono felicissima di tornare sui miei passi: Ferrara ha finalmente un centro sociale non antisociale, e la Sanchicciata di ieri ne è la prova. A organizzare le attività della Resistenza si alternano amici e coinquilini, associazioni di genitori e gruppi di acquisto solidale: ognuno porta con sé ciò che ha di meglio e trova finalmente uno spazio per metterlo in comune. Nella fattispecie ieri sera si è trattato di salsicce e verdure grigliate, pane curdo fatto in casa (ho provato a carpirne i segreti ma non credo saprò riprodurlo: era eccezionale!), pomodori ripieni e vino rosso. Con tre euro e mezzo si mangiava e si beveva in compagnia, prendendosi il fresco della sera e magari improvvisandosi deejay (la scelta delle canzoni era infatti aperta all’iniziativa dei presenti, una sorta di juboxe postmoderno). Una serata talmente facile, un’idea talmente semplice, da non essere ancora mai stata proposta: cibo buono e un prezzo onesto, musica e qualche zanzara che ormai siamo a fine giugno e ci sta.

4 commenti:

  1. e io sono d'accordo. e, dopo aver aperto gli occhi, mi sembra anche giusto dirlo. non solo la proposta culinaria e musicale e' stata, nella sua semplicità, davvero apprezzabile ma soprattutto la gente, diversa e a suo agio, mi ha fatto sentire a mia volta comoda! bello.

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  2. Anchio mi sono sempre arreso, e non condivido completamente la ventata di ottimismo che La Resistenza ti ha regalato, ma solo perché non ci sono (ancora) mai stato. Eppure devo dire che altri casi, che qui non citerò, che testimoniamo come sia possibile la 'reciprocità' (che vuol dire poi, precisamente, reciprocità?) esistono. Credo che Ferrara c'entri molto, in questa proliferazione di circolini, anzi, i circolini sono quasi un tratto distintivo di questa città, ma credo anche dipenda molto dalle Persone. Le Persone dei Circolini fanno una cosa che le Persone che invece si arrendono, come te e, mi permetto di dire, anche io, non fanno: si "parlano". E pur rimanendo 'orgogliosamente' (e qui può scapparci una risata) fuori da qualsiasi circolino, va dato atto che loro riescono a parlare: una loro lingua, una lingua comune, una lingua incomprensibile, certamente, ma lo fanno. Riassumendo: credo dipenda molto da Ferrara, e dalle Persone, e dal Parlare e Parlarsi. E dal Fare, certo.

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  3. "...anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone..."?

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  4. ci volevo essere, ma sono rimasto incastrato a lavoro... sarà x la prox! w le salsicce! :D

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